Gli agonisti e gli antagonisti del GnRH sono utilizzati per prevenire il picco di LH durante i protocolli di stimolazione ovarica. Gli agonisti down-regolano i recettori pituitari del GnRH mentre gli antagonisti direttamente e rapidamente inibiscono il rilascio di gonadotropine. Un aggiornamento della Cochrane dimostra che nelle donne che sono trattate con antagonista la probabilità di avere sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS) è più bassa rispetto a quelle trattate con agonista.
Contiene gli aggiornamenti sulla sterilità, la fecondazione assistita, gravidanza, poliabortività spiegati in termini semplici e comprensibili.
venerdì 24 giugno 2011
Esiste un'associazione tra il numero di uova e il tasso di nati vivi nei trattamenti di IVF?
Sebbene il numero di nati vivi sia il principale risultato clinico in seguito a trattamenti di fecondazione in vitro, il numero di uova recuperate in seguito a stimolazione ovarica è spesso utilizzato come un esito surrogato nella pratica clinica e nella ricerca. Secondo uno studio riportato sulla rivista Human Reproduction e condotto analizzando 400135 cicli di IVF esiste una relazione non lineare tra il numero di uova recuperate e il tasso di nati vivi. Si stima che il numero di uova necessario per massimizzare il tasso di nati vivi sia di circa quindici.
sabato 18 giugno 2011
L'esercizio fisico ad alta quota provoca disfunzione testicolare
La Withania Somnifera migliora la qualità del liquido seminale
martedì 14 giugno 2011
Assisted hatching: il punto della situazione
Dai dati emerge che l'AH si correla con un aumento delle gravidanze cliniche e delle gravidanze multiple nelle donne con ripetuti fallimenti da impianto o nei casi di embrioni trasferiti dopo congelamento/scongelamento.
Invece non si osserva nessun vantaggio nel proporre l'AH a:
1)coppie con età femminile avanzata;
2)coppie senza ripetuti fallimenti da impianto che trasferiscono embrioni "freschi" (non congelati).
I dati in esame non permettono di trarre conclusioni circa il tasso di aborto e i nati vivi.
sabato 11 giugno 2011
Il danno al DNA è associato con la qualità embrionale nei cicli di IVF/ICSI?
La pentossifillina agisce positivamente sui parametri seminali di uomini con sterilità idiopatica
sabato 4 giugno 2011
Vitamina D e qualità degli spermatozoi
I recettori per la vitamina D e gli enzimi metabolizzanti la vitamina D sono espressi nei dotti eiaculatori umani, nelle cellule germinali e negli spermatozoi maturi. Secondo uno studio, riportato sulla rivista Human Reproduction, i livelli di vitamina D nel siero sono correlati positivamente con la motilità progressiva e totale degli spermatozoi e con la morfologia. Inoltre, la 25-diidrossi-vitaminaD provoca un aumento dei livelli di calcio intracellulare inducendo cosi la reazione acrosomiale.
Effetti del virus dell' HBV sui parametri seminali e sul tasso di fecondazione
Le conseguenze del virus dell’HBV sulla fertilità non sono ancora molto chiare. Secondo uno studio riportato sulla rivista RBM online in cui sono stati messi a confronto cicli di IVF con pazienti HBV positivi e cicli con pazienti sani, L'HBV ha un effetto deleterio sui parametri seminali e in particolare provoca una diminuzione della motilità spermatica. Inoltre, è stato dimostrato un ridotto tasso di fecondazione associato con un più basso numero di embrioni disponibili per il transfer, nonostante la qualità embrionale non sia diversa il secondo o terzo giorno.