venerdì 30 aprile 2010

La dieta mediterranea nella riproduzione assistita

Può l’alimentazione preconcezionale influenzare i risultati delle fecondazioni in “provetta” (IVF/ICSI)? In un lavoro pubblicato negli ultimi mesi su Fertility and Sterility sono state studiate in 161 coppie che si sottoponevano a cicli di fecondazione assistita le associazioni fra la gravidanza e due tipi di dieta: una prima caratterizzata da alta assunzione di frutta, vegetali, pesce e grano intero e bassa assunzione di carne e maionese; la seconda dieta, definita “Mediterranea” caratterizzata da alto consumo di oli vegetali, verdure, pesce e legumi. Gli autori affermano che una dieta “Mediterranea” nelle donne che ricorrono ad una delle tecnologie di riproduzione assistita aumenta la probabilità di ottenere una gravidanza.

giovedì 29 aprile 2010

La qualità del seme di uomini fertili in relazione allo stress psico-sociale.

Eventi stressanti che accadono nel corso della vita possono essere associati a una diminuita qualità spermatica negli uomini fertili.
In uno studio pubblicato su Fertil Steril. hanno esaminato l’associazione tra eventi stressanti e parametri seminali.
Sono stati analizzati come parametri seminali : la concentrazione spermatica, la motilità e la morfologia di 744 uomini fertili.
Gli uomini che hanno avuto più di due eventi stressanti nella loro vita presentano una più bassa concentrazione spermatica e percentuale di spermatozoi motili mentre la percentuale di forme normali è meno influenzata.
Lo stress psico-sociale potrebbe essere un fattore modificabile di sviluppo dell’infertilità idiopatica.

martedì 27 aprile 2010

Bassa risposta ovarica: IUI o fecondazione in "provetta"?

Le pazienti sottoposte a trattamento ormonale per poter cominciare un ciclo di riproduzione assistita in vitro che mostrano un’attenuata risposta ovarica alla terapia possono decidere di procedere al prelievo ovocitario o convertire verso una inseminazione intrauterina (IUI).
In un lavoro pubblicato recentemente su Fertility and Sterility sono state valutate le percentuali di gravidanze cliniche e di nati vivi in 269 donne che mostravano bassa risposta ovarica alla stimolazione con gonadotropine (follicoli ≤4 e ≤14mm) che si sono indirizzate verso una IUI e 167 donne che hanno proseguito, nonostante la risposta bassa al trattamento, al recupero ovocitario.
Le donne con bassa risposta ovarica che si sottopongono a tecnologie di riproduzione in vitro mostrano una più alta percentuale di gravidanza clinica e di bambini nati vivi rispetto alle donne che convertono i cicli a IUI.

domenica 25 aprile 2010

Uso degli antiossidanti orali e infertilità maschile

La terapia con antiossidanti per il trattamento dell’infertilità maschile è in uso già da diverso tempo anche se non sono ancora chiare le evidenze base per la pratica. In un lavoro, pubblicato su RBM Online sono stati analizzati insieme 17 diversi lavori già pubblicati sugli effetti degli antiossidanti come vitamina C ed E, zinco, selenio, acido folico, carnitina e carotenoidi, sia sulla qualità spermatica che sulla percentuale di gravidanza in uomini infertili.

Per questo tipo di analisi sono stati selezionati i lavori più rilevanti fino a maggio del 2009 raggiungendo così un totale di 1665 uomini che differivano per popolazione, tipo, dosaggio e durata di antiossidante usato.

Nonostante la variabilità della metodologia e dello stato clinico dei pazienti, l’82% degli studi mostrano significativo miglioramento dopo la terapia sia per la qualità spermatica che per la percentuale di gravidanza.

Il transfer di sostanze secrete dagli embrioni prima del transfer embrionale non aumenta i tassi di gravidanza

Il meccanismo di comunicazione tra l'embrione e la parte interna dell'utero (endometrio) non è ben conosciuto. Si crede, tuttavia, che l'embrione, durante i cinque giorni di passaggio all'interno della tuba, secerna delle sostanze che stimolano l'endometrio per il successivo impianto.

Nello studio randomizzato proposto su Fertility and Sterility gli autori hanno voluto capire se il trasferimento in utero delle sostanze prodotte normalmente in vitro dagli embrioni in coltura prima del transfer, potessero migliorare il tasso di gravidanza.

Sono stati confrontati due gruppi:

1) trasferimento in utero al giorno 2 delle sostanze prodotte in coltura dagli embrioni e trasferimento al giorno 3 degli embrioni;
2) trasferimento al giorno 3 degli embrioni.

I risultati dimostrano che non c'è differenza tra i due gruppi in termini di gravidanze ottenute.

sabato 24 aprile 2010

Fertilità ed età femminile: cosa ne sanno le donne?

L'età femminile è tra i fattori principalmente connessi alla fertilità. La diminuzione della fertilità femminile inizia dopo i 30 anni, con una accelerazione del fenomeno dopo i 35 ed una possibilità di concepimento vicina allo 0% a 45 anni.

360 donne (età media 21,2 anni) sono state reclutate per uno studio presso l'Università di Vancouver per testare il loro grado di conoscenza circa l'influenza dell'età sulla fertilità naturale ed i tassi di aborto.

I risultati, appena apparsi sulla rivista Fertility and Sterility, dimostrano chiaramente che seppure le donne associno l'aumento dell'età con una diminuzione della fertilità, poche sono realmente coscienti dell'importanza che l'età femminile ha per il concepimento.
Poche donne, inoltre, sono consapevoli che l'aborto spontaneo sia connesso all'età materna.

Dai risultati di questo lavoro risulta quindi necessario sensibilizzare la popolazione su questa tematica.

L’associazione tra leucociti e qualità spermatica è concentrazione- dipendente.

L’associazione tra leucociti seminali e qualità del seme è ancora un argomento di dibattito in letteratura. È possibile che i leucociti abbiano un duplice effetto sui parametri seminali, in relazione alla loro concentrazione.

In un lavoro pubblicato su Reprod Biol Endocrinol .hanno analizzato la morfologia e motilità degli spermatozoi di uomini infertili in relazione ai livelli di leucociti presenti nel seme.

La percentuale di spermatozoi con morfologia normale aumenta in modo significativo passando da una assenza di leucociti fino a una concentrazione di 1milione/ml ma diminuisce quando i livelli sono più di un milione. Anche la motilità progressiva si comporta in modo simile alla morfologia.

I leucociti hanno, quindi, un effetto positivo sulla morfologia e sulla motilità progressiva in campioni di seme con una loro concentrazione compresa tra 0-1 milione/ml. L’effetto esercitato dai leucociti diventa negativo quando questi superano il milione/ml, condizione definita come leucospermia, che ha un’incidenza del 10-20% nella popolazione generale ed è specialmente comune negli uomini infertili.

martedì 20 aprile 2010

Le dimensioni della testa spermatica dipendono dal metodo di colorazione usato.

La valutazione della morfologia degli spermatozoi è effettuata durante l’analisi del liquido seminale per determinare la qualità del campione e dipende molto dal tipo di colorazione usata.

Generalmente durante la colorazione degli spermatozoi , si possono determinare dei cambiamenti nelle dimensioni degli spermatozoi, probabilmente perché i coloranti usati non sono iso-osmotici rispetto al liquido seminale.
In un lavoro pubblicato su Hum Reprod., hanno, quindi, confrontato l’effetto di tre tecniche di colorazione, Papanicolau (PAP), Rapiddiff (RD) e SpermBlue (SB) , sulle dimensioni della testa spermatica e confrontate con quelle di spermatozoi freschi.

RD causa un rigonfiamento della testa spermatica, PAP causa un loro restringimento e SB non ha avuto effetti significativi sulla dimensione della testa dello spermatozoo se confrontata con gli spermatozoi nel liquido seminale fresco.

In conclusione gli spermatozoi colorati con il metodo SB dovrebbe avere dimensioni il più vicino possibile a quelle degli spermatozoi nel seme fresco. Questa metodica dovrebbe essere preferita alle altre, nonostante siano tutte raccomandate dal manuale del World Health Organization (WHO).

Cellule epiteliali dell'endometrio non rispondono all'analogo del GnRH con cambiamenti di espressione genica

Le terapie ormonali di preparazione per la fecondazione assistita possono influenzare negativamente le cellule che costituiscono l'endometrio (parte interna dell'utero in cui si impianta la blastocisti).

Secondo uno studio pubblicato su Mol Hum Reprod, la somministrazione in vitro di analogo del GnRH a cellule umane di epitelio endometriale non provoca direttamente grandi cambiamenti a livello dell'espressione genica delle cellule.

La PCR come strategia di routine nei casi di Diagnosi Preimpianto in portatori sani di traslocazioni cromosomiche

Alcuni individui sani mostrano, all'analisi cromosomica (mappa cromosomica), dei riarrangiamenti non corretti (fenomeno detto traslocazione). Questo quadro non provoca alcun danno all'individuo ma predispone ad una maggiore produzione di embrioni con mappa cromosomica alterata e quindi non vitali (embrioni definiti cromosomicamente sbilanciati).

La Diagnosi Preimpianto (PGD) viene proposta in questi casi per analizzare l'embrione prima del trasferimento. La tecnica di indagine comunemente impiegata è la Ibridizzazione In Situ Fluorescente (FISH).

Un articolo appena comparso sulla rivista Mol Hum Reprod propone come metodo routinario di indagine, nei casi di traslocazione Robertsoniana o reciproca, la Reazione a Catena della Polimerasi (PCR), basata su specifiche corte sequenze altamente ripetute nel DNA. Tale metodica migliora i risultati della PGD.

Leucemia infantile e infertilità parentale

I fattori di rischio per lo sviluppo di leucemia infantile sono poco conosciuti, ma data la precoce età di comparsa si ritiene che possa essere coinvolto qualcosa che avviene in periodo perinatale.

In un lavoro pubblicato su Hum Repr è stato effettuato uno studio per valutare eventuali associazioni fra la leucemia infantile e infertilità parentale e trattamento dell’infertilità. Le madri degli infanti affetti, reclutate mediante intervista telefonica, hanno dato informazioni circa lo stato di infertilità, eventuali trattamenti e fattori demografici.

Dall’analisi statistica dei dati gli autori concludono che per la leucemia infantile è escluso un aumento del rischio associato con lo stato della fertilità dei genitori o all’eventuale trattamento.

lunedì 19 aprile 2010

Neopterina come marker di successo di impianto di blastocisti

Nelle primissime fasi di una gravidanza è ampiamente conosciuto il ruolo cardine di distinti pathways di risposta immunitaria che coinvolgono mediatori materni e fetali, che potrebbero incidere sul successo dell’impianto della blastocisti.
La neopterina è una sostanza prodotta dai macrofagi e indica uno stato di attivazione del sistema immunitario.
In un lavoro pubblicato su RBM Online la concentrazione giornaliera di neopterina nelle urine è stata calcolata in 61 donne, selezionate per assenza di forme infettive, per un periodo di 2 settimane dopo il trasferimento embrionale.
In caso di successo di impianto, la concentrazione di neopterina aumenta significativamente dopo trasferimento della blastocisti, mentre rimane invariata in donne con insuccesso di impianto. Questo andamento della concentrazione di neopterina nelle primissime fasi della gravidanza potrebbe essere un precoce predittore di successo di impianto e di gravidanza.

Parametri predittivi di gravidanza prima della stimolazione con ciclo "lungo"

In un lavoro di prossima pubblicazione su RBM Online, si dimostra che i parametri pre-iperstimolazione ovarica controllata atti a predire la possibilità di gravidanza in un ciclo di stimolazione "lungo" (gonadotropine + agonista del GnRh) sono:

età giovanile
marcata soppressione degli steroidi ovarici

L'aspetto dei pronuclei non è correlato al potenziale di gravidanza

Un lavoro di prossima pubblicazione su RBM Online dimostra che non c'è correlazione tra il pattern pronucleare sec. la classificazione di Tesarik e Scott, la qualità embrionaria e la struttura cromosomica.

Il polscopio offre limitate informazioni sulle caratteristiche del fuso meiotico

L'analisi del fuso meiotico ovocitario può essere utile per estrapolare informazioni sullo sviluppo e sul grado maturativo della cellula uovo. L'indagine migliore per studiare il fuso meiotico si basa sull'uso del microscopio confocale e sfrutta metodiche di fluorescenza. Tuttavia questa metodica non è compatibile con la ICSI poichè l'ovocita analizzato non può più essere utilizzato. Recentemente è stata proposta una metodica detta polscopia per osservare a fresco il fuso meiotico ovocitario.

Uno studio pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility confronta le due metodiche.

I dati ottenuti con l'indagine al polscopio non sono in accordo con quelli della microscopia confocale. Il polscopio inoltre offre una misurazione dell'asse maggiore del fuso meiotico sempre ridotta rispetto al confocale.

La polscopia sembra quindi ancora in grado di offrire limitate informazioni sulle caratteristiche del fuso meiotico.

sabato 17 aprile 2010

Nuova tecnica per ridurre le patologie legate a mutazioni del DNA mitocondriale

Le cellule del corpo umano sono dotate di materiale genetico (DNA) sia nel nucleo che in particolari organelli, detti mitocondri, che si trovano sparsi nel citoplasma cellulare.
Mutazioni a carico del DNA mitocondriale sono responsabili di malattie genetiche. Si stima che circa 1 su 250 nuovi nati presentino mutazioni patologiche a carico del DNA mitocondriale, inoltre le opzioni terapeutiche in questi casi sono praticamente assenti. La trasmissione di tali mutazioni avviene solo per via materna, attraverso il citoplasma dell'ovocita.

Sulla prestigiosa rivista Nature questo mese è apparsa la notizia che un gruppo inglese ha validato una metodica su zigoti umani per evitare tale trasmissione.
Nei casi di madri portatrici di mutazioni mitocondriali, subito dopo la fertilizzazione in vitro, i pronuclei dello zigote (che contengono il materiale genetico del padre e della madre) vengono trasferiti in un ovocita di una donatrice sana privato del proprio nucleo. In questo modo il DNA nucleare dei genitori è conservato, ma quello dei mitocondri nel citoplasma deriva dalla donatrice.

La tecnica è risultata efficace e le cellule in vitro sono arrivate con buoni risultati fino allo stadio di blastocisti.

mercoledì 14 aprile 2010

La fertilità nelle donne con mutazioni sui geni BRCA

E’ noto che mutazioni sui geni BRCA (BCRA-1 e BCRA-2) predispongono all’insorgenza di carcinomi mammari ed ovarici. Per verificare se donne portatrici di queste mutazioni hanno o meno una fertilità ridotta rispetto alle non portatrici, in un lavoro pubblicato su Fertil Steril. sono state analizzate un totale di 2254 portatrici di mutazioni BRCA e 764 non portatrici (appartenenti alla stessa famiglia). Queste donne sono state sottoposte ad un questionario per costruire la storia di problemi di fertilità ed eventuali interventi . Non sono state riscontrate differenze tra portatrici di mutazione e non portatrici. Questo è solo un primo studio epidemiologico che dovrebbe essere ulteriormente approfondito.

La crioconservazione degli spermatozoi per lunghi periodi non danneggia la concentrazione degli spermatozoi motili progressivi

La crioconservazione degli spermatozoi in azoto liquido è una metodica ben consolidata. Dati dalla letteratura già dimostravano sopravvivenza e capacità fecondante degli spermatozoi dopo molti anni dal congelamento (è riportata una gravidanza ottenuta con Inseminazione Intrauterina utilizzando un seme crioconservato da 28 anni).

Lo studio appena apparso sulla rivista Human Reproduction analizza l'effetto del tempo di crioconservazione sulla concentrazione degli spermatozoi motili progressivi di una vasta coorte di liquidi seminali di donatori (2525).

I risultati domostrano che il tempo di crioconservazione non influenza la concentrazione degli spermatozoi motili progressivi nè quando il liquido seminale viene crioconservato in toto nè quando viene crioconservato dopo lavaggio.

martedì 13 aprile 2010

I recettori per i cannabinoidi regolano la motilità spermatica.

La regolazione della fisiologia spermatica è complessa e prevede anche il coinvolgimento dei cannabinoidi.

E’ noto di come i cannabinoidi di origine vegetale (cannabis sativa) manifestino i loro effetti psicotropi interagendo con specifici recettori CB1 e CB2. In realtà essi non fanno altro che mimare gli effetti di molecole presenti nel nostro organismo, i cosiddetti cannabinoidi endogeni, derivati degli acidi grassi.

L’espressione dei recettori per i cannabinoidi è stata riportata per una varietà di tessuti ma in un lavoro pubblicato su Fertil Steril. è stata confermata la loro presenza negli spermatozoi umani e dimostrato il loro coinvolgimento nella modulazione della motilità.

Gli spermatozoi presentano sia CB1 che CB2, con distribuzione distinta.
CB1 è localizzato nella regione acrosomiale e nel segmento intermedio degli spermatozoi mentre CB2 è localizzato principalmente nella regione post-acrosomiale, segmento intermedio e coda degli spermatozoi.
Entrambi sono coinvolti nella regolazione della motilità degli spermatozoi ma in modo diverso. Quando CB1 viene attivato si verifica un aumento della porzione di spermatozoi immobili mentre l’attivazione di CB2, piuttosto che determinare un aumento degli spermatozoi immobili, comporta un aumento degli spermatozoi progressivi lenti.

Si pensa che possa esistere una sorta di gradiente dei cannabinoidi endogeni sia nel tratto riproduttivo maschile che femminile che attivi in modo diverso i recettori CB1e CB2 , determinando il controllo della motilità spermatica.

lunedì 12 aprile 2010

Livelli di AMH in giovani donne sottoposte a chemioterapia per linfoma

La suscettibilità della riserva ovarica alla chemioterapia è altamente variabile da una paziente ad un'altra.

In un lavoro pubblicato su RBM Online 30 giovani donne sono state reclutate prima di iniziare un trattamento di chemioterapia ed è stato misurato il livello dell’ormone anti-mulleriano (AMH) nel siero per seguire l’evoluzione dell’impoverimento follicolare causato dai farmaci. Il dosaggio è stato eseguito prima e durante la chemioterapia e ogni 3 mesi dalla fine del trattamento per un periodo di un anno su diversi protocolli farmacologici.

Alcune tipologie di trattamento mostrano una drastica riduzione dei livelli di AMH, ritornando ai valori iniziali dopo 12 mesi dalla fine del trattamento. Altri protocolli al contrario non mostrano cambiamenti dei livelli di AMH.

Queste differenze tra i protocolli potrebbero contribuire ad una comprensione della tossicità ovarica e infine essere utili per la preservazione della fertilità.

domenica 11 aprile 2010

In quali condizioni di infertilità maschile si osserva maggiormente un danno al DNA spermatozoario?

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista RBM Online, il danno al DNA degli spermatozoi nei pazienti infertili è principalmente correlato a:

età;
motilità;
vitalità degli spermatozoi;
morfologia degli spermatozoi.

Il danno al DNA di alto grado (oltre al 30% di spermatozoi frammentati) è principalmente osservato nei casi di infezione del liquido seminale (48% dei pazienti sotto indagine) e nel 30% dei pazienti con varicocele. Solo il 22% dei maschi a infertilità idiopatica ha elevati livelli di danno al DNA spermatozoario.

giovedì 8 aprile 2010

Livelli di AMH e di Inibina-B sono correlati al diametro dei follicoli umani antrali.

In un lavoro pubblicato su Hum Reprod. hanno determinato i livelli dell’ormone anti-Mulleriano (AMH) e dell’inibina-B nei follicoli antrali e relazionati alle dimensioni del follicolo.

Le concentrazioni intrafollicolari dell’AMH diventano progressivamente più basse all’aumentare del diametro del follicolo. Invece, le concentrazioni di inibina-B aumentano con l’aumentare del diametro del follicolo con un picco intorno a 9 mm di diametro.

Questo suggerisce che l’AMH e l’inibina-B svolgono importanti funzioni durante la normale selezione dei follicoli nella fase follicolare del ciclo mestruale.

ESX1 potenziale marker della spermatogenesi in pazienti azoospermici.

E' al momento impossibile determinare, in un paziente privo di spermatozoi nel liquido seminale (azoospermico), se spermatozoi verranno trovati nel testicolo con la biopsia.
In un lavoro pubblicato su Hum Reprod. gli autori hanno identificato un potenziale marker molecolare della spermatogenesi, ESX1, che potrebbe essere usato come predittore del successo di recupero degli spermatozoi in pazienti azoospermici.

ESX1 è un gene legato al cromosoma X, espresso nel testicolo oltre che nella placenta, cervello e polmone umano.
Analizzando 81 pazienti azoospermici è stata trovata un’associazione tra le alterazioni di ESX1, i difetti nella spermatogenesi e il successo di recupero degli spermatozoi dal testicolo con tecniche di estrazione micro-chirurgica (TESE/microTESE).

mercoledì 7 aprile 2010

Il divieto della fecondazione eterologa contrasta con la convenzione europea dei diritti dell'uomo: anche l'Italia è pronta a combattere

In Austria, come in Italia, la legge vieta la fecondazione eterologa. Dopo la sentenza della corte di Strasburgo che pochi giorni fa si è espressa riconoscendo che l’impossibilità totale di ricorrere alla fecondazione eterologa infrange il diritto alla vita familiare e il divieto di discriminazione, in Italia ci si prepara a presentare ricorsi contro l'articolo 4 della Legge 40.

martedì 6 aprile 2010

La distribuzione dei mitocondri durante la maturazione ovocitaria: cosa accade nella maturazione in vitro (IVM)?

La distribuzione dei mitocondri durante le fasi di maturazione dell'ovocita dallo stadio di vescicola germinale alla metafase II (ovocita maturo e pronto per la fecondazione), cambia notevolmente in vivo. Uno studio pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility ha dimostrato che tale distribuzione varia quando gli ovociti vengono prelevati dall'ovaio ancora immaturi e la maturazione avviene in vitro (IVM). Questa differenza di organizzazione strutturale della cellula potrebbe essere una delle possibili spiegazioni del ridotto potenziale di fertilizzazione degli ovociti maturi ottenuti con questa metodica.

Qualità del seme in maschi fumatori e non con infertilità idiopatica

Questo lavoro pubblicato su J. Androl. ha lo scopo di valutare l’effetto dell’uso di sigaretta sui parametri seminali in un gruppo di pazienti con infertilità idiopatica (infertilità la cui causa non è riconoscibile).

Per i parametri seminali sono stati usati i valori di riferimento raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed è stata effettuata un’analisi della morfologia spermatica attraverso microscopia a trasmissione elettronica (TEM) confrontando i pazienti fumatori e non rapportandoli ai valori di un gruppo maschi con provata fertilità usati come controllo.

I pazienti fumatori mostrano parametri seminali simili ai non fumatori sebbene la motilità spermatica e l’analisi TEM di entrambi i gruppi erano significativamente pregiudicati rispetto ai controlli fertili.

Dividendo i fumatori in tre categorie, tabagismo lieve (da 1 a 10 sigarette al giorno), moderato (da 10 a 20 sigarette) e pesante (oltre 20 sigarette), quest’ultimo gruppo presenta una significativa riduzione della concentrazione e dell’indice di fertilizzazione.

Il test di gravidanza al 14mo e al 21mo giorno dopo transfer embrionale predice se la gravidanza evolve normalmente in utero o se è extra-uterina

Il tasso di gravidanza extra-uterina è aumentato in donne che si sottopongono a fecondazione in provetta. E' importante perciò poter predire quali gravidanze saranno normalmente evolutive in utero, e quali si sono impiantate fuori dell'utero.

In un studio pubblicato su RBM Online in un totale di 1.762 cicli sono stati analizzati i valori della gonadotropina corionica umana (hCG, ormone prodotto dall'abbozzo placentare) al 14mo e al 21mo giorno dopo il trasferimento embrionale e il rapporto fra i due valori (HCG21/HCG14).

Lo scopo del lavoro è verificare se i due valori possano essere dei predittori di gravidanza evolutiva intrauterina o di gravidanza extra-uterina.

hCG14 di 290 IU/I e hCG21 di 2970 IU/I risultano i valori limite per predire una gravidanza vitale e valori di hCG14 di 630 IU/I e hCG21 di 12,000 IU/I per gravidanze multiple.

Un rapporto tra hCG al 21mo giorno e al 14mo maggiore di 15 può essere indicativo di una gravidanza intrauterina evolutiva, mentre risulta di 11.93 per le gravidanze extra-uterine.

domenica 4 aprile 2010

Chlamydia: è basso il rischio di sviluppare una infertilità tubarica

Secondo una recente metanalisi pubblicata il Human Reproduction Update è basso il rischio di sviluppare una infertilità tubarica in donne con positività alla Chlamydia, nell'ordine del 0.1-6%.
Se si aggiunge anche il test degli anticorpi anti-chlamydia, questo rischio raggiunge il 4.6%.

Un test per determinare a casa la qualità del liquido seminale.

E' stato pubblicato su Human Reproduction uno studio su una nuova metodica (SpermCheck Fertility) che consente di determinare a casa se la conta degli spermatozoi è bassa (oligozoospermia), normale (normozoospermia) o severamente compromessa (oligozoospermia severa), senza ricorrere al laboratorio.

Si basa sulla scoperta di una proteina effettuata presso l'Università della Virginia (USA).

Il lavoro recentemente pubblicato dimostra, su 225 casi, che l'accuratezza della metodica è adeguata: il tasso di concordanza è del 95% tra il test effettuato in casa e quello del laboratorio, fatto in parallelo sugli stessi campioni.

La diagnosi pre-impianto per l'età materna avanzata non è efficace

Col termine PGS (screening genetico pre-impianto) si indica la tecnica effettuata in donne non giovani al fine di trasferire solo gli embrioni considerati sani: la tecnica non ha a tutt’oggi dimostrato un vantaggio in donne in età avanzata, essendo stata eseguita quasi sempre sull'embrione ad 8 cellule o sulla blastocisti.

Un recente consenso del comitato preposto allo studio della PGS della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE) nega il vantaggio di tale metodica quando la diagnosi viene effettuata sull'embrione.

Allo stadio di embrione a 8 cellule infatti l'embrione presenta un alto grado di mosaicismo (misto di cellule sane e patologiche), pertanto l'esame di una singola cellula può non rappresentare l'intero embrione. Inoltre il numero limitato di cromosomi analizzabili limita l'utilità della metodica.

E' in corso di studio la possibilità di studiare il globulo polare, la cellula associata all'ovocita, il cui studio consente di dedurre la composizione genetica dell'uovo. La metodica utilizzata consente di analizzare tutto il genoma del globulo polare, e non soltanto singoli aspetti.

giovedì 1 aprile 2010

L’espressione genica delle cellule del cumulo può essere predittiva della qualità di sviluppo dell’ovocita

In un lavoro pubblicato su Hum Reprod. hanno cercato di correlare alcune caratteristiche cliniche e biologiche, durante la stimolazione ovarica, con l’espressione di 10 selezionati geni delle cellule del cumulo (cellule che circondano l’ovocita).

È stata trovata una significativa correlazione tra la loro espressione e la maturità dell’ovocita e il suo potenziale sviluppo. Questi geni sono espressi in modo diverso nelle pazienti in relazione alla loro età, all'indice di massa corporea, e livelli di FSH nel siero.

Inoltre, è stata notata una dipendenza dell’espressione di questi geni dal tipo di gonadotropina usata per la stimolazione.

Proteine presenti nel fluido oviduttale umano modulano la capacitazione spermatica

Quando gli spermatozoi attraversano il tratto riproduttivo femminile vanno incontro al processo di capacitazione, con il quale acquistano la capacità di fecondare l’ovocita. In questo lavoro pubblicato su Human Rep. è stato notato di come le proteine secrete dalle cellule oviduttali umane siano capaci di inibire eventi associati con la capacitazione degli spermatozoi in vitro.

Ponendo gli spermatozoi di pazienti normali a contatto con proteine presenti nel fluido oviduttale umano, si assiste a una loro minore affinità per l’ovocita. L’ effetto è reversibile, infatti, allontanando le proteine gli spermatozoi vanno incontro a capacitazione e diventano fecondanti.