lunedì 21 settembre 2009

FIVET o ICSI?

Un recente studio ha analizzato i risultati in termine di impianto, gravidanza e aborto in seguito a FIVET o ICSI quando pochi ovociti erano disponibili per l'inseminazione (tra 3 e 5). I dati pubblicati su RMB Online mostrano che le due metodiche non hanno differenze per nessuno dei parametri osservati.

Risultati IVF con ovociti crioconservati: ottimali fino a 4 anni

Dallo studio presentato sulla rivista RMB Online si deduce che i risultati della fecondazione in vitro (IVF) con ovociti crioconservati non sono compromessi in caso di scongelamento ovocitario dopo un lungo periodo dalla crioconservazione (48 mesi). I risultati della IVF sono infatti simili nel caso di breve (1-3 mesi) o lungo (48 mesi) congelamento ovocitario.

sabato 19 settembre 2009

Endometriosi: fattore di rischio per parto pretermine, taglio cesareo, emorragia, e ipertensione gravidica

Da uno studio svedese pubblicato su Human Reproduction a settembre 2009, su 8922 casi di endometriosi tratti da registri nazionali dei nati e dei pazienti, si evince che le pazienti con endometriosi vanno incontro a maggior rischio di parto pretermine, taglio cesareo, emorragia ante-parto, e pre-eclampia (ipertensione gravidica con proteinuria).

venerdì 18 settembre 2009

Il Femara è superiore al Clomid nella PCOS che non risponde al Clomid

In uno studio pubblicato su Fertility and Sterility, si dimostra che il Femara, a dosi di 7,5 mg al giorno per 5 giorni, è superiore in termini di ovulazione, spessore endometriale e tasso di gravidanza, rispetto al Clomid, quando quest'ultimo a dosi di 100 mg al giorno, ha fallito. Infatti il Femara dà migliori risultati rispetto all'aumento della dose di Clomid a 150 mg.

Il Femara non è superiore al Clomid nelle donne con policistosi ovarica

In un ampio e ben condotto studio pubblicato su Fertility and Sterility il letrozolo (Femara), usato a dosi di 5 mg per 5 giorni, non si è rivelato superiore al clomifene citrato (Clomid) nell'induzione dell'ovulazione in pazienti con policistosi ovarica. Infatti, nelle donne che assumono Clomid, il numero totale di follicoli ottenuti è maggiore, lo spessore endometriale maggiore, il tempo per raggiungere lo sviluppo di un follicolo dominante più breve. Non c'è differenza nel numero di donne che ottengono l'ovulazione, e non cambia il numero di gravidanze ottenute.

Azoospermia: recupero spermatogenesi in pazienti con ipogonadismo ipogonadotropo

36 pazienti azoospermici affetti da ipogonadismo ipogonadotropo sono stati trattati per 6 mesi con 1,000 U di hCG a giorni alterni ed in seguito con 150 U di rFSH + hCG per 18 mesi, aggiustando la dose se necessario. I risultati, appena mostrati dallo studio in fase III pubblicato su Fertility and Sterility, dimostrano un aumento del volume testicolare ed un ripristino della spermatogenesi (conta media 5,2 milioni/Ml). 5 pazienti hanno inoltre ottenuto una gravidanza spontanea.

giovedì 17 settembre 2009

L'agonista in fase luteale nei cicli 'corti' migliora il tasso di gravidanza

In uno studio ben condotto e in corso di pubblicazione su Reprod Biomed Online si dimostra che, nei cicli 'corti' di ICSI in cui la stimolazione viene effettuata con gonadotropine e antagonisti del GnRh, l'aggiunta al progesterone vaginale (600 mg) di o,5 mg di agonista (leuprolide acetato) al 6° giorno dopo la ICSI migliora il tasso di impianto, di gravidanza e di nati vivi.

La diagnosi pre-impianto per le aneuploidie migliora

In un lavoro ancora non pubblicato su Reprod Biomed Online prodotto dal prestigioso gruppo del dr. Munnè, si dimostra che l'aumento del numero di cromosomi analizzati negli embrioni dagli standard 9 (X, Y, 13, 15, 16, 17, 18, 21 and 22) a 12 cromosomi (aggiungendo l'8, il 14, ed il 20), aumenta significativamente il tasso di gravidanza.

lunedì 14 settembre 2009

Inseminazione intrauterina: quanti giorni di astinenza occorre osservare?

Quanti giorni di astinenza è necessario osservare per avere le massime chance di successo con l'inseminazione intrauterina?

Lo studio retrospettivo pubblicato su Fertility and Sterility afferma che i migliori risultati sono stati osservati nei pazienti che hanno osservato una astinenza inferiore od uguale ai 2 giorni. In questo modo risulta inferiore il numero di spermatozoi motili che vengono inseminati, ma ciò non influenza la possibilità di instaurare una gravidanza che anzi aumenta. La coppia dovrebbe quindi avere l'ultimo rapporto a letto prima della inseminazione intrauterina e precisamente al momento dell'induzione dell'ovulazione (gonasi).

domenica 13 settembre 2009

I farmaci per indurre l'ovulazione non provocano il cancro ovarico nel ratto

E'stato appena pubblicato su Reprod Biomed Online (settembre 2009) un lavoro sperimentale sui ratti, sottoposti ai trattamenti con i comuni farmaci induttori dell'ovulazione (clomifene citrato, gonadotropine menopausali, gonadotropine ricombinanti) e con la gonadotropina corionica HCG.

Analizzando l'epitelio di superficie delle ovaie, non sono stati riscontrati casi di cancro, mentre tutti i farmaci, ad eccezione dell'HCG, hanno provocato displasia.

Non è chiaro se la displasia è un precursore del cancro.

giovedì 10 settembre 2009

Risultati della ICSI non influenzati dalla causa dell’infertilità maschile

Uno studio retrospettivo olandese, pubblicato su Journal of Assisted Reproduction and Genetics che ha coinvolto circa 1500 coppie, ha confrontato i risultati in termini di bambini nati, impiegando la metodica di iniezione intracellulare di uno spermatozoo (ICSI), a seconda della condizione maschile di infertilità (azoospermia ostruttiva, cause genetiche, casi senza causa). Secondo tale studio i risultati non sono influenzati dalla condizione di infertilità maschile nè dalla presenza in famiglia di malattie genetiche, ma sono influenzati solo dal numero di tentativi che vengono affrontati.

Fecondazione assistita all’estero: quante coppie ci vanno ?

Molte, moltissime sono le coppie costrette a ricorrere all’aiuto di centri stranieri per veder coronato il loro sogno di stringere un bimbo tra le braccia.

Ma quante esattamente? Si stima che circa 25.000 europei si spostino dalla propria nazione per motivi riproduttivi; di questi i 2/3 delle coppie provengono da 4 nazioni: Italia 31,8%, Germania 14,4%, Olanda 12,1% e Francia 8,7% (indagine campionaria condotta dall’ESHRE, European Society of Human Reproduction and Embryology).

Dall'Italia, sono 8.000 gli italiani che accedono a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) al di fuori dei confini nazionali, l’86% dei quali costretti dalla Legge italiana 40/2004 che regola la PMA nel nostro paese. Uno stress enorme per i nostri concittadini, ed un forte dispendio economico. Le principali mete sono Spagna, Grecia, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Danimarca e Slovenia.
Per il nostro paese finalmente qualcosa sta cambiando, dopo una lunga serie di ricorsi al Tar del Lazio e ai tribunali di Firenze e Bologna e soprattutto dopo la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso Aprile.



Fattori ambientali e qualità del seme

In un recente articolo pubblicato sulla rivista Journal of Andrology in Settembre 2009, è stata analizzata l'associazione tra la qualità del liquido seminale e l'esposizione a fattori fisico-chimici presenti nell'ambiente.
In 402 uomini studiati, è stata trovata una associazione positiva tra la ridotta qualità del seme e l'esposizione a metalli pesanti, solventi, fumi, e idrocarburi aromatici policlici.
Quasi statisticamente significativa l'associazione con pesticidi o cemento.
Tra i fattori fisici, risultano associati con ridotta qualità del seme le vibrazioni meccaniche, il calore e la postura seduta per lungo periodo, mentre l'esposizione a radiazioni ionizzanti e campi elettromagnetici non sono risultati associati a ridotta qualità del seme.

Il carico psicologico, non economico, provoca l'abbandono dei trattamenti di fecondazione assistita

In un recente articolo pubblicato sulla rivista Gynecologic and Obstetric Investigation all'inizio del 2009, sono stati analizzati 9 fattori che giustificano l'abbandono da parte delle coppie dei trattamenti di fecondazione assistita.
Tra questi, il carico psicologico è il maggior responsabile degli abbandoni, mentre il costo economico ha un impatto minore.

mercoledì 9 settembre 2009

Pillola contraccettiva e fattori che influenzano il suo funzionamento

In un lavoro di analisi pubblicato su American Journal Obstetrics and Gynecology sono stati analizzati i fattori che possono cambiare l'efficacia della pillola contraccettiva. L'efficacia della pillola aumenta con l'aumentare degli anni di utilizzo e quando la donna ha più di 30 anni. Il peso corporeo non influisce negativamente sull'efficacia della pillola.

martedì 8 settembre 2009

L'aspirina non migliora i risultati della fecondazione in provetta

L'aspirina a basse dosi (100 mg al giorno) è utilizzata ancora in molti centri nella fase successiva al transfer embrionale. Tuttavia svariati studi e meta-analisi hanno dimostrato recentemente la sua inefficacia. Un recente lavoro pubblicato su Fertility and Sterility nel settembre 2009 condotto con metodologia corretta su 169 pazienti con infertilità non tubarica e con precedente fallimento del concepimento (84 con aspirina, 85 senza aspirina) conferma che l'aspirina non migliora il tasso di gravidanza.

Ovociti invecchiati: processo reversibile grazie alla caffeina ?

L''invecchiamento' ovocitario riduce la fertilità ed è il principale fattore limitante nelle tecniche di fecondazione assistita. Tale fenomeno dipende strettamente dall'età della donna: più si avvicina ai 40 anni, maggiore è il grado di invecchiamento e di conseguenza mal funzionamento delle uova. Qualunque tecnica sia applicata, di fronte all'invecchiamento ovocitario, le tecniche di fecondazione assistita hanno una efficacia ridotta.
Un lavoro pubblicato il 5 settembre 2009 sul prestigioso giornale Human Reproduction Update da un gruppo cinese si pone un interessante quesito: si può ridurre l'invecchiamento ovocitario con accorgimenti e sostanze chimiche ?
Secondo questi autori, il trattamento con la caffeina aggiunta al mezzo di coltura degli ovociti può significativamente ridurre l'invecchiamento ovocitario.

lunedì 7 settembre 2009

Tutti i contraccettivi orali (pillola contraccettiva) aumentano il rischio di trombosi venosa, ma in modo diverso, secondo la loro composizione

Tutti i contraccettivi orali (pillola contraccettiva) aumentano il rischio di trombosi venosa, ma in modo diverso, secondo la loro composizione. Uno studio pubblicato su British Medical Journal in settembre 2009 stabilisce che, mentre il rischio di trombosi venosa aumenta in generale di 5 volte nelle donne che usano ogni tipo di pillola, i contraccettivi che contengono levonogestrel lo aumentano di 3 volte (Evanor D, Novogyn 21, Microgynon, Ecogyn 30, Ovranet, Loette, Miranova, Trigynon, Trinordiol), mentre di oltre 5 volte se contengono gestodene (Minulet, Ginoden, Fedra, Harmonet, Estinette, Arianna Minesse, Milvane, Triminulet), e oltre 7 volte se contengono ciproterone acetato (Diane), oltre 6 volte se contengono drospirenone (Yasmin).

Inoltre il rischio è aumentato con l’aumento della dose di estrogeni.

domenica 6 settembre 2009

Eventi stressanti influenzano negativamente i risultati della fecondazione assistita

Un lavoro pubblicato questo mese sulla rivista Human Reproduction indica che lo stress e la depressione percepiti dalle pazienti che si sottopongono a trattamenti di fecondazione assistita possono influenzare negativamente il successo della tecnica.
Su oltre 800 donne analizzate, si è riscontrato un maggior tasso di successo nelle pazienti che percepiscono minori eventi stressanti.
In particolare, lo stress associato al risultato del prelievo ovocitario ('pick up') può influire negativamente sul successo della tecnica.

Dati rassicuranti sui bimbi nati da embrioni congelati, ma incompleti i dati sugli ovociti criopreservati

Un lavoro di revisione sistematica pubblicato questo mese sulla rivista Human Reproduction (Human Reproduction 2009 24(9):2158-2172) rassicura circa la salute dei bimbi nati da embrioni criopreservati precocemente ('early stage').

Il tasso di complicanze ostetriche non mostra differenze rispetto ai bimbi nati da embrioni freschi, e il tasso di malfomazioni è comparabile tra le due metodiche.

Il lavoro non consente di trarre conclusioni finali sui bimbi nati dal congelamento della blastocisti, nè sulla vitrificazione di embrioni 'early stage', blastocisti, od ovociti, in quanto sono incomplete le analisi a lungo termine su queste gravidanze e questi bimbi.

sabato 5 settembre 2009

Influenza suina A H1N1 e gravidanza

Le autorità statunitensi hanno individuato le donne in gravidanza come una delle prime popolazioni da vaccinare contro il virus dell'influenza suina H1N1.

Che cosa è l'inflenza A H1N1 ?

In Aprile 2009, un nuovo virus influenzale A (H1N1) virus è stato provato essere la causa di malattia influenzale in due bambini negli Stati Uniti e ha causato problemi respiratori in Messico. Questo virus è stato trasmesso in poche settimane negli USA e l'11 giugno 2009, la Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di pandemia, con diffusione del virus in molte aree del mondo.
La trasmissione persisterà e si diffonderà maggiormente nell'emisfero nord in autunno e inverno. In contrasto con l'influenza stagionale, l'attuale evidenza indica un relativamente basso rischio di casi di malattia severa nelle persone anziane e il maggior tasso di ospedalizzazioni si osserva in persone con meno di 65 anni.

Come si manifesta ?

In modo analogo all'influenza stagionale. Pertanto occorrono test specifici per distinguere l'influenza A H1N1 da quella stagionale.

La vaccinazione per l'influenza A H1N1 (suina)

La vaccinazione è il metodo più efficace per prevenire la malattia e le sue complicanze. Tuttavia, il vaccino contro l'influenza stagionale non protegge contro l'influenza suina.
Vaccini specifici monovalenti contro l'H1N1 sono in corso di preparazione e saranno autorizzati negli USA a partire da metà Ottobre 2009.
Tuttavia è probabile che il vaccino non sarà disponibile per la vaccinazione di massa, pertanto le autorità statunitensi raccomandano una iniziale vaccinazione per specifici gruppi di pazienti, particolarmente a rischio:

-donne in gravidanza
-persone che vivono con con bambini di meno di 6 mesi
-personale sanitario a contatto con soggetti potenzialmente infetti
-bimbi di età compresa tra 6 mesi e 4 anni
-bimbi, adolescenti o persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni, con patologie che li pongono a rischio di complicanze severe (malattie cardiache, polmonari o epatiche croniche, immunosoppressione, cancro, gravidanza, obesità in alcune casistiche)