martedì 28 settembre 2010

L'obesità riduce la qualità del liquido seminale

L'obesità può influenzare la qualità del liquido seminale? Una pubblicazione sulla rivista Fertility and Sterility affronta il tema.
Dall'analisi delle caratteristiche seminali effettuata su 794 pazienti obesi in un polo andrologico argentino, si evidenzia una correlazione tra l'aumento dell'indice di massa (BMI) corporea e la diminuzione della motilità degli spermatozoi. Sembra quindi che l'obesità incida prevalentemente sulla funzionalità dell'epididimo (dove gli spermatozoi acquisiscono la capacità di movimento).

Endometriosi ed infertilità

L’endometriosi, a seconda della sua gravità, porta ad una infiammazione che causa uno squilibrio della composizione del fluido peritoneale, dove gli spermatozoi possono rimanere per diverso tempo. È noto che nelle donne con endometriosi vi è un aumento della produzione di prostaglandina E2 e del fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF). Un recente studio ha valutato l’effetto di questi due fattori sugli spermatozoi e si è visto che riducono significativamente la motilità a lungo termine, la reazione acrosomiale e l’interazione spermatozoo-ovocita, e questo spiegherebbe un’altra causa all’infertilità dovuta ad endometriosi.

Frammentazione del DNA spermatozoario ed esito della IVF

In uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Fertility and Sterility è emerso come la frammentazione del DNA degli spermatozoi possa essere un fattore predittivo dell’esito di un ciclo di fecondazione in vitro. In particolare, si è visto come una percentuale di frammentazione superiore al 25% riduce significativamente il tasso di fertilizzazione dell’ovocita e la qualità dell’embrione eventualmente formato, mentre una percentuale superiore al 52% riduce il tasso di gravidanza.

lunedì 20 settembre 2010

Mitocondri e motilità degli spermatozoi

Quale potrebbe essere una causa dell'astenozoospermia, ossia della ridotta motilità spermatozoaria? Nella rivista Fertility and Sterility è spiegata una delle possibili cause. Gli autori del lavoro hanno, infatti, dimostrato come molti pazienti che mostrano astenozoospermia hanno una alterata struttura dei mitocondri, organelli cellulari responsabili della produzione di energia, negli spermatozoi. Questo studio può spiegare, quindi, una possibile causa di infertilità maschile.

La stimolazione ovarica non aumenta il rischio di aneuploidie

Un recente lavoro della rivista Fertlity and Sterility ha mostrato come la stimolazione ovarica con FSH non incide sullo sbilanciamento cromosomico dell'embrione dopo fecondazione in vitro. Lo studio è stato fatto su 229 embrioni abortiti e il tasso di aneuploidie tra embrioni concepiti con ciclo naturale e quelli concepiti dopo stimolazione con FSH non è significativamente differente tra i due gruppi.

martedì 14 settembre 2010

Fertilità maschile in fumo

Sul numero di Settembre della rivista Human Reproduction sono apparsi due nuovi lavori che continuano a sottolineare l'impatto negativo che il fumo di sigaretta ha sulla fertilità maschile.

Secondo il primo lavoro (link) le madri che fumano durante la gravidanza infliggono al figlio maschio portato in grembo una riduzione del 55% del materiale riproduttivo maschile (i futuri spermatozoi).

Il secondo lavoro (link) analizza invece l'impatto che il fumo ha su specifiche proteine necessarie al corretto assemblamento del DNA degli spermatozoi: le protamine. Lo studio evidenzia che i forti fumatori (>20 sigarette/giorno), hanno un'alterata produzione di queste proteine che si riflette sulla qualità degli spermatozoi.

Continuano quindi le prove scientifiche che indicano il fumo di sigaretta come un fattore ambientale che influenza la fertilità maschile.

domenica 12 settembre 2010

Lavaggio dei follicoli durante il recupero ovocitario: nessun vantaggio rispetto al metodo classico

Secondo un articolo appena apparso sulla Cochrane Reviews il lavaggio dei follicoli (in termine tecnico definito "flushing")durante il pick-up ovocitario non offre alcun vantaggio in termini di:
1) numero di ovociti recuperati;
2) tasso di gravidanze cliniche;

rispetto al metodo classico di recupero ovocitario in cui il liquido contenuto nei follicoli (fluido follicolare) viene solamente aspirato.

Inoltre il flushing prolunga la durata della procedura di recupero ovocitario e quindi il tempo della sedazione.

domenica 29 agosto 2010

Il rischio di contaminazione del materiale biologico crioconservato è minimo

1. Il caso. Ovociti, spermatozoi, embrioni, blastocisti, tessuto ovarico e tessuto testicolare possono tutti essere attualmente conservati per un lungo periodo attraverso un processo detto crioconservazione che mantiene i tessuti ad una temperatura di -196°C (azoto liquido).
Tutte le principali Organizzazioni Sanitarie mondiali si sono negli anni pronunciate sulla crioconservazione al fine di regolamentare la gestione dei vari campioni di un laboratorio. L'attenzione è principalmente rivolta al potenziale infettivo dei campioni maneggiati (si richiede infatti a tutti i pazienti un pannello di esami infettivologici prima della crioconservazione) e alla possibilità di contaminazione in azoto liquido di un campione "sano" da parte di un campione infetto.
2. Lo studio. Uno studio appena apparso sulla rivista Fertility and Sterility ha analizzato tutta la letteratura scientifica disponibile sull'argomento sia nei laboratori di Fecondazione Assistita che in quelli di ricerca in cui si maneggiano cellule animali. Dalla revisione della letteratura il rischio di cross contaminazione nei laboratori di Fecondazione Assistita risulta esiguo.

Agopuntura e transfer embrionale

L'agopuntura viene proposta alle pazienti al momento del trasferimento in utero degli embrioni. Tuttavia gli ultimi due lavori pubblicati sull'argomento nel mese di Aprile (link)e nel mese di Settembre (link)sulla rivista RBM Online non riscontrano un aumento del tasso di gravidanza nelle pazienti sottoposte ad agopuntura al momento del transfer.

martedì 24 agosto 2010

Abortività ripetuta: le immunoglobuline non funzionano

Uno studio ben condotto e controllato dimostra la inefficacia delle immunoglobuline intravenose nella prevenzione della abortività secondaria. In un gruppo di studio di 82 pazienti pubblicato su Human Reproduction , alle quali in modo controllato sono state somministrate immunoglobuline intravenose, e soluzione fisiologica (placebo), non è stata evidenziata alcuna differenza in termini di abortività. Lo studio conferma altri studi sulla inefficacia delle immunoglobuline nella prevenzione dell'aborto spontaneo.

Gli ovociti vitrificati funzionano come quelli freschi

In uno studio pubblicato su Human Reproduction, un gruppo spagnolo dimostra che la vitrificazione, una tecnica di congelamento ultrarapido dell'ovocita, consente gli stessi risultati rispetto agli ovociti freschi. Lo studio dimostra infatti che il tasso di embrioni di ottima qualità e di gravidanze evolutive rimane lo stesso per gli ovociti vitrificati e per quelli freschi.

L'alcool durante la gravidanza danneggia la spermatogenesi del figlio

Uno studio di un gruppo danese dimostra che l'assunzione di alcool durante la gravidanza può danneggiare la concentrazione degli spermatozoi del figlio.

Lo studio pubblicato su Human Reproduction dimostra che la concentrazione degli spermatozoi del figlio si riduce con l'aumentare dell'uso di alcool durante la gravidanza.

Le uova di donne con endometriosi sono alterate geneticamente.

Gli ovociti di donne con endometriosi sono alterati geneticamente. Questo studio di un gruppo italiano pubblicato su Human Reproduction analizza il primo globulo polare (la piccola cellula speculare all'ovocita) di ovociti che derivano anche da donne con endometriosi. Lo studio dimostra che il tasso di alterazioni cromosomiche (aneuploidie) è significativamente aumentato in donne con endometriosi, oltre che in donne con problemi ovulatori e con poliabortività.

martedì 20 luglio 2010

Fattori predittivi le aneuploidie di ovociti umani

Il caso. La vitalità dell’embrione dipende soprattutto dal suo stato cromosomico, che dipende sostanzialmente da quello dell’ovocita. Circa il 70% delle aneuploidie ovocitarie derivano da errori nella prima divisione meiotica e possono essere analizzate studiando il primo globulo polare prima di fertilizzare l’ovocita in cicli di ICSI.
Lo studio. È uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista Human Reproduction. È stato svolto in un centro di Medicina Riproduttiva italiano da persone che hanno molte pubblicazioni in diverse riviste internazionali.
Quesito dello studio. Lo studio vuole determinare i fattori di rischio che aumentano la probabilità di errori nel processo meiotico dell’ovocita.
Metodi. Patients. 540 coppie infertili che sono andate incontro a 706 cicli di fecondazione in vitro.
Interventions. 4163 ovociti raccolti sono stati denudati e i globulo polare risultanti della prima divisione meiotica prelevati e analizzati tramite FISH con sonde per i cromosomi 13, 15, 16, 18, 21 e 22. L’inseminazione è stata fatta per ICSI, è stato seguito lo sviluppo embrionale e, dopo il transfer, l’esito della gravidanza è stato verificato con la presenza del battito fetale.
Comparisons. 640 cicli avevano indici di prognosi sfavorevole (418 con età della madre ≥38 anni, 202 con ripetuti fallimenti di cicli di IVF, 20 con ripetuti aborti), che aumentano il rischio di sviluppare ovociti aneuploidi, mentre i rimanenti 66 erano senza indici prognostici sfavorevoli e sono stati usati come controllo.
Outcomes. Relazione tra aneuploidie ovocitarie e caratteristiche prognostiche dei pazienti, tipo di stimolazione ormonale e risposta all’induzione ovarica.
Risultati. La percentuale di ovociti bilanciati dal punto di vista cromosomico è risultata direttamente correlata al numero di ovociti maturi ottenuti e alla successiva evidenza di gravidanza clinica (p < 0.01), mentre è risultata inversamente proporzionale all’età della donna, all’infertilità femminile (endometriosi, precedenti aborti, fattore ovarico), agli indici prognostici negativi della coppia (fallimenti di IVF, poliabortività) ed alla quantità di FSH per ovocita e per ovocita in metafase II (p < 0.01).
Conclusioni. L’analisi genetica del primo globulo polare viene effettuata per selezionare ulteriormente, oltre alla morfologia, gli ovociti da fertilizzare, specialmente se vi è per legge un limite di numero di embrioni da impiantare. È stato visto che la percentuale di ovociti aneuploidi è maggiore in donne con età ≥38 anni, seguita da coppie che hanno avuto ripetuti fallimenti di cicli di IVF. I diversi tipi di stimolazione ovarica non hanno mostrato aumento di aneuploidie, mentre queste sono inversamente proporzionali al tipo di risposta della donna all’induzione ovarica (numero di ovociti ottenuti e quantità di FSH necessaria per ottenere un ovocita). Il tasso di aneuploidie si correla invece con cause di infertilità come endometriosi, infertilità ovarica e poliabortività. Questo studio dimostra, quindi, che le aneuploidie dipendono da un gran numero di variabili e lo studio del globulo polare, in donne con queste condizioni, può aiutare la scelta dell’ovocita che verrà poi fertilizzato con ICSI.