giovedì 2 dicembre 2010

La fecondazione in vitro non aumenta il rischio di aneuploidie cromosomiche

Una delle maggiori preoccupazioni dei trattamenti di fecondazione in vitro è se la manipolazione degli ovociti e degli embrioni possa portare a sbilanciamenti cromosomici. Un recentissimo studio fatto su 406 aborti avvenuti nel primo timestre di gravidanza conferma che non vi è un aumentato rischio statistico di aneuploidie cromosomiche negli embrioni in provetta rispetto a quelli concepiti naturalmente. Vi è un aumentato tasso di aneuploidie solo in embrioni provenienti da ICSI per fattore maschile, il che fa supporre che lo sbilanciamento cromosomico derivi da un rischio parentale piuttosto che dalle procedure tecniche di fertilizzazione.

Marcatori di spermatogenesi nelle azoospermie: funzionano?

Moltissimi gruppi di ricerca lavorano sulla scoperta di un metodo per determinare la presenza di spermatozoi nel testicolo in pazienti azoospermici senza ricorrere all'operazione chirurgica. Una recente metanalisi ha analizzato se i livelli sierici e seminali dell'inibina-B e dell'ormone anti-Mülleriano (AMH) predicano accuratamente la spermatogenesi, però il risultato è che la sensibilità di questi test rimane bassa.
Purtroppo, ad oggi l'unico metodo sicuro per determinare la produzione di spermatozoi rimane la biopsia testicolare o l'agoaspirato epididimario.

Relazione tra HIV e parametri seminali

Secondo uno studio, condotto su una decade di lavaggi su liquido seminale per valutare gli effetti dell' HIV sui parametri seminali e la possibilità di contagio del virus attraverso l' inseminazione, non vi è una differenza significativa per quanto riguarda i vari parametri tra campioni in cui viene rilevata una certa carica virale (VL) e campioni in cui invece non risulta essere presente. Infatti, in pazienti, sottoposti a cicli di IUI(inseminazione intrauterina), trattati con terapia antiretrovirale (HAART) e in cui la carica virale non è osservabile si è visto che il virus dell'HIV è presente sia nel campione fresco che nel campione che ha subìto il lavaggio.

martedì 30 novembre 2010

Stimolazione ovarica e rischio di aneuploidie

Un recente studio retrospettivo pubblicato su Human Reproduction Update afferma che, al contrario di quanto dimostrato sugli animali, l'incidenza di aneuploidie nell'embrione non risulta essere più alta nelle pazienti che presentano gravidanze in seguito a stimolazione ovarica con FSH (ormone follicolo stimolante) rispetto a quelle con gravidanze spontanee. Questo suggerisce che l'esposizione ad FSH esogeno non aumenta il rischio di aneuploidie.

domenica 7 novembre 2010

Indice di massa corporea e parametri seminali

Una recente meta-analisi pubblicata su Human Reproduction Update afferma che non ci sono, allo stato attuale, evidenze che l'indice di massa corporea (BMI) influenzi i parametri del liquido seminale, al contrario di quello che si supponeva. Il BMI è stato, però, visto responsabile della diminuzione dei livelli di alcuni ormoni sessuali, tra cui il testosterone.

Ormone anti-Mülleriano e esito della fecondazione in vitro

Negli ultimi tempi è emerso come test di riserva ovarica il dosaggio dell'ormone anti-Mülleriano (AMH) e molti studi ne confermano la sua utilità ed affidabilità. Sicuramente questo test è molto sensibile nel rilevare la quantità di ovociti che una donna è in grado di produrre, ma è in grado di predire l'esito di un ciclo di IVF?
Un recente studio americano ha cercato di rispondere a questa domanda e gli autori affermano che il test predice molto bene i tassi di gravidanza in donne tra i 34 e i 41 anni, mentre non sembra così specifico in donne al di fuori di queste età.

giovedì 4 novembre 2010

Strategie per prevenire la contaminazione durante la conservazione degli ovociti umani

La crioconservazione delle cellule animali e dei tessuti viene tradizionalmente effettuata con azoto liquido (LN). Questa procedura può però provocare contaminazione del campione da parte di agenti patogeni e microbiologici. Lo stesso LN è considerato una potenziale fonte di contaminazione soprattutto se viene a diretto contatto con il campione. Da uno studio effettuato a Valencia e pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility è stato dimostrato che l'utilizzo di azoto nella fase gassosa permette la conservazione di ovociti vitrificati, mantenendo il loro potenziale di sviluppo in embrioni competenti, nello stesso modo dell' azoto liquido. L'unica differenza è che con l'azoto in fase gassosa si diminuiscono le possibilità di contaminazione dei campioni in quanto la densità di agenti inquinanti nella fase gassosa è più bassa rispetto a quella nella fase liquida.

martedì 2 novembre 2010

Fattori che influenzano il successo della ICSI in caso di azoospermia ostruttiva

Da uno studio retrospettivo, pubblicato su Fertility and Sterility e condotto su una popolazione di uomini con azoospermia ostruttiva e normale spermatogenesi è risultato che l'origine degli spermatozoi (epididimali o testicolari) utilizzati e la causa dell'ostruzione (assenza bilaterale congenita dei vasi deferenti o altri tipi di ostruzione) non incidono in termini di fecondazione, gravidanza e aborti spontanei sul successo della ICSI.

giovedì 28 ottobre 2010

La classificazione morfologica embrionale non predice la qualità delle blastocisti

Da uno studio prospettico condotto su quasi 3000 embrioni e pubblicato su RBM Online, sembra che la classificazione morfologica dell'embrione al secondo e terzo giorno dal pick-up non fornisce informazioni aggiuntive per indicare la migliore blastocisti da trasferire al quinto giorno.

Lo swelling test predice il grado di frammentazione del DNA degli spermatozoi

Secondo uno studio australiano già presentato al congresso Europeo di Medicina della Riproduzione che si è tenuto a Roma e ora pubblicato sulla rivista RBM Online, lo swelling test riesce ad identificare spermatozoi con minima frammentazione del DNA.

Lo swelling test è un test non invasivo che può essere applicato su spermatozoi che poi possono essere utilizzati per la tecnica ICSI. Se questi dati verranno confermati da altri studi potrebbe rendersi possibile una selezione in vivo di spermatozoi non frammentati.

giovedì 7 ottobre 2010

Stress cronici e ovaie

Possono gli stress cronici come l'abuso di sostanze stupefacenti influire sulla funzionalità ovarica? Un gruppo di ricercatori americani ha visto come le dipendenze da droghe o altre cattive abitudini prolungate nel tempo possono diminuire la riserva ovarica. Inoltre, anche se questi stili di vita sono passati, il loro effetto rimane comunque maggiore rispetto ai danni provocati da altri tipi di stress che durano per un tempo limitato.

L'obesità aumenterebbe il tasso di aborti

In uno studio realizzato in Inghilterra su 314 donne, è emerso che abortività al primo trimestre e obesità sono direttamente proporzionali. Si è visto, infatti, che la percentuale di aborti aumenta significativamente con l'aumentare dell'indice di massa corporea (BMI) della donna, dimostrando ancora una volta quanto siano importanti le abitudini alimentari per la fertilità e per il portare a termine la gravidanza.

martedì 28 settembre 2010

L'obesità riduce la qualità del liquido seminale

L'obesità può influenzare la qualità del liquido seminale? Una pubblicazione sulla rivista Fertility and Sterility affronta il tema.
Dall'analisi delle caratteristiche seminali effettuata su 794 pazienti obesi in un polo andrologico argentino, si evidenzia una correlazione tra l'aumento dell'indice di massa (BMI) corporea e la diminuzione della motilità degli spermatozoi. Sembra quindi che l'obesità incida prevalentemente sulla funzionalità dell'epididimo (dove gli spermatozoi acquisiscono la capacità di movimento).

Endometriosi ed infertilità

L’endometriosi, a seconda della sua gravità, porta ad una infiammazione che causa uno squilibrio della composizione del fluido peritoneale, dove gli spermatozoi possono rimanere per diverso tempo. È noto che nelle donne con endometriosi vi è un aumento della produzione di prostaglandina E2 e del fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF). Un recente studio ha valutato l’effetto di questi due fattori sugli spermatozoi e si è visto che riducono significativamente la motilità a lungo termine, la reazione acrosomiale e l’interazione spermatozoo-ovocita, e questo spiegherebbe un’altra causa all’infertilità dovuta ad endometriosi.

Frammentazione del DNA spermatozoario ed esito della IVF

In uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Fertility and Sterility è emerso come la frammentazione del DNA degli spermatozoi possa essere un fattore predittivo dell’esito di un ciclo di fecondazione in vitro. In particolare, si è visto come una percentuale di frammentazione superiore al 25% riduce significativamente il tasso di fertilizzazione dell’ovocita e la qualità dell’embrione eventualmente formato, mentre una percentuale superiore al 52% riduce il tasso di gravidanza.