giovedì 13 maggio 2010

Cancro al seno e mantenimento della fertilità: strategia

La preservazione della fertilità è l’interesse principale per pazienti che devono essere sottoposte a chemioterapia o a radioterapia pelvica per cancro.
In situazioni in cui le pazienti hanno il tempo di sottoporsi a stimolazione ovarica, la massimizzazione del numero di ovociti recuperati o di embrioni crioconservati è importante dal momento che queste pazienti non hanno una chance per una seconda stimolazione. In cicli di fertilizzazione in vitro (IVF) circa il 12-20% degli ovociti recuperati sono immaturi e normalmente non vengono usati.

In un lavoro pubblicato su una buona rivista di medicina della riproduzione, RBMonline, viene determinato se una maturazione in vitro (IVM) di ovociti prelevati aumenta il rendimento degli ovociti o degli embrioni in un ciclo di IVF effettuato per preservare la fertilità in pazienti con cancro al seno.

Sono state reclutate 32 pazienti (età media 34.7±0.7) che sono state sottoposte a IVF prima di chemioterapia. I criteri di ammissione sono stati: presenza di entrambe le ovaie, cicli mestruali regolari e normali livelli basali di FSH, LH ed estradiolo.

Dei 464 ovociti recuperati, 274 erano maturi e 174 erano immaturi, i rimanenti erano degenerati. Tutti gli ovociti immaturi sono stati messi in un mezzo per la IVM e il 72% di questi sono risultati maturati. Di tutti gli ovociti maturi sottoposti a iniezione spermatica intracitoplasmatica (ICSI) il 73% risulta fertilizzato, mentre di tutti gli oociti maturati in vitro è risultato fertilizzato l’86%.

Questo lavoro dimostra che gli ovociti immaturi ottenuti durante cicli di crioconservazione non devono essere buttati e che l’IVM è un utile strategia per migliorare il recupero degli ovociti maturi per preservare la fertilità di pazienti malati di cancro che si sottopongono a terapia chemioterapica.

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